Ultimamente ho la sensazione che i mentalisti siano seguiti soprattutto per le presunte capacità di condizionare gli altri, o manipolarli, o estorcerne i segreti.
A mio avviso, si tratta di un’immagine sbagliata del mentalista, ma se questa visione si è diffusa tra il pubblico in parte è anche colpa nostra, cioè dei mentalisti stessi!
Volendo svecchiare l’arte, abbiamo cavalcato la moda della comunicazione persuasiva, ma ci siamo fatti prendere un po’ troppo la mano.
Così, molti di noi hanno smesso di presentarsi come artisti e hanno cominciato a proporsi come guru (qualcuno, addirittura, non ha mai nemmeno provato a fare l’artista!).
Ma di fatto un mentalista deve ingannare la mente del pubblico?
Io rispondo di no. Per me un mentalista deve suscitare stupore e meraviglia, deve coinvolgere le persone e invogliarle a esplorare nuove possibilità.
Un mentalista deve instillare la curiosità di scoprire dove si può arrivare, se solo si è disposti a uscire dalla propria zona di comfort.
Non è un’impresa facile, e non a tutti interessa, me ne rendo conto.
Secondo me, però, è importante smontare l’immagine del mentalista come manipolatore, o come individuo che può rubare i segreti di chi gli sta di fronte.
In realtà, un mentalista è più che altro un narratore, un regista di storie.
Gli attori di queste storie sono tutti quelli che partecipano allo spettacolo.
Più queste persone sono disposte a entrare nella parte e mettersi in gioco, più la storia risulta vera ed emozionante.
In questo periodo storico, gran parte della nostra quotidianità sembra incentrata sulla possibilità dei dispositivi tecnologici di connettersi tra di loro e scambiare dati.
Poche persone, però, provano a connettersi direttamente con i propri simili.
Anche questo può essere il compito di un buon mentalista: invogliare le persone a stabilire una vera connessione con gli altri, dedicando attenzione ai propri simili e provando a capirli meglio.
Alla domanda “Chi è il Mentalista?” io rispondo “Prima di tutto, un artista”.
Posso dare persino una ricetta: per ottenere un mentalista ci vuole la giusta dose d’illusionismo, un po’ di psicologia, molta empatia e un pizzico di faccia da c…o.
Tutti questi ingredienti devono mescolarsi insieme per molti anni, amalgamarsi con un po’ di teatro e un minimo di dizione, ed ecco finalmente il risultato: un bravo mentalista!
Per il resto, con la mia arte, mi interessa far passare un messaggio.
I migliori risultati si ottengono facendo squadra, ascoltando i bisogni altrui e collaborando insieme.
Le grandi imprese non sono mai portate a termine da un singolo individuo, ma sempre da tante persone che si uniscono per un obiettivo comune.
Condizionare o manipolare gli altri non serve e non ha senso: tutto deve nascere dalla condivisione di un sogno.
Antonio Argus