TORINO E LA MAGIA: UNO SPETTACOLO DI CITTÀ
Tra Torino e la magia esiste un legame profondo: all’ombra della Mole Antonelliana, sono tanti i luoghi ammantati di mistero, su cui si tramandano leggende e racconti di fatti inspiegabili.
Sono solo storielle inventate dalla fantasia popolare?
Forse, ma resta il fatto che in diversi angoli della città si può respirare un’atmosfera particolare, un’energia strana che anche le persone più scettiche percepiscono.
Che sia la nebbia che sale dal Po, o i cieli tersi che si stagliano sulle Alpi, a Torino luci e ombre si incontrano e si mescolano, per dar vita a scenari ammalianti.
In effetti, se oggi sono un mentalista, probabilmente lo devo anche alla città in cui vivo: una fonte inesauribile di ambientazioni e storie magiche, anzi, un vero e proprio spettacolo di magia!
Così, quando si esplora Torino, conviene comportarsi un po’ come si fa a teatro: bisogna sospendere l’incredulità e lasciarsi trasportare dall’incantesimo che unisce realtà e finzione.
Se hai voglia di goderti lo show, continua a leggere: con questo articolo scandaglieremo le connessioni tra Torino e la magia, addentrandoci tra i misteri più oscuri della città.

Foto di Alex Sirac | CC BY 4.0 | Fonte: Wikimedia Commons
UNA GEOGRAFIA SEGRETA: I TRIANGOLI DELLA MAGIA NERA E BIANCA
Come ogni viaggio che si rispetti, anche quello che porta al cuore della Torino magica richiede un minimo di preparazione geografica.
Nel nostro caso, però, le mappe normali non bastano: la geografia che serve è quella esoterica, che hanno creato streghe e maghi, alchimisti e alchimiste, esperte ed esperti di teosofia.
Chi conosce queste arti segrete colloca Torino nel punto in cui convergono due triangoli: quello della magia bianca, luminosa e benevola, e quello della magia nera, oscura e pericolosa.
Ciascun triangolo unisce il capoluogo piemontese con altre due città magiche, ma non si bene quali siano.
Fonti diverse nominano Lione e Praga, ma anche Londra e Chicago, oppure Londra e San Francisco.
Misteriosamente, le stesse città vengono citate con Torino a volte nel triangolo della magia bianca, altre volte nel triangolo della magia nera.
Sia come sia, Torino rimane una capitale di questa geografia arcana, un punto cardine che segna l’incontro tra forze occulte e complementari.
TORINO E LA MAGIA NERA: IL LATO OSCURO DELLA CITTÀ
A Torino, i marchi della magia nera sono disseminati nei luoghi più diversi, celati in certi angoli appartati della città, ma anche nascosti in bella vista, magari proprio al centro di una piazza.
Per scoprire questi spazi bisogna tenere gli occhi ben aperti, e prepararsi ad avvistare demoni, fantasmi e altre creature spaventose, tra storia e leggenda.
Attenzione, però: le tenebre torinesi hanno un fascino enigmatico, che può stregare.
Per non lasciarsi inghiottire dal magnetismo più oscuro, allora, conviene armarsi di un pizzico di ironia e magari di un buon… amuleto ;).
Pronti a partire? Ecco un tour dei siti più interessanti che legano Torino e la magia nera!
Piazza Statuto e i suoi monumenti inquietanti
Piazza Statuto è considerata il cuore della magia nera torinese, tanto che qualcuno ha affibbiato al luogo il rassicurante soprannome di… “Porta dell’Inferno”.
Le forze oscure sarebbero attratte qui da una specie di antenna: un obelisco non molto alto, che si trova in un angolo nascosto della piazza, tra gli alberi di un’aiuola.
Si tratta della Guglia Beccaria, dedicata a Giovan Battista Beccaria, il fisico e matematico che nel Settecento calcolò la misura del meridiano geografico su cui sorge Torino.
Sulla punta della guglia, c’è la rappresentazione di un astrolabio: che sia proprio quello il catalizzatore della magia nera? Nel dubbio, meglio non fissare troppo a lungo la cima dell’obelisco!
Ma Piazza Statuto accoglie un altro monumento, decisamente più imponente, che alimenta leggende spaventose.
Molte e molti Torinesi pensano che la struttura sia dedicata ai caduti del Frejus, minatori e operai che, intorno al 1870, persero la vita lavorando agli scavi della galleria che porta in Francia.
In realtà, il monumento è un simbolo della forza bruta che viene superata dalla ragione: mostra alcuni giganti muscolosi, confinati sulle pendici di una montagna e dominati da una figura alata che svetta sulla cima dell’altura.
Proprio questo personaggio con le ali può far scorrer un brivido lungo la schiena.
Secondo una diceria, infatti, la statua non rappresenta la ragione, ma un angelo, e non un angelo qualunque, ma l’angelo caduto per eccellenza, cioè Lucifero, anche noto come Satana!

Foto di K. Weise | Pubblico Dominio | Fonte: Wikimedia Commons
Il Portone del Diavolo e le sue leggende da brivido
Per restare in tema di presenze demoniache, nel nostro viaggio non può mancare una tappa in Via XX Settembre, all’angolo con Via Alfieri.
Qui si trova Palazzo Trucchi di Levaldigi, un edificio del Seicento, progettato dall’architetto Amedeo di Castellamonte.
L’ingresso principale è chiuso da un massiccio portone di legno, decorato con intagli molto ricchi e con un grande batacchio di metallo che cattura lo sguardo.
Il battente raffigura un muso demoniaco dall’espressione minacciosa, che ha ispirato diverse leggende.
C’è chi sostiene che il primo proprietario del palazzo, Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, avesse fatto un patto con il diavolo.
Questo nobile piemontese, infatti, fu protagonista di una carriera così rapida e sfavillante, da rendere legittimo il dubbio sul fatto che il diavolo ci avesse messo lo zampino.
Secondo un’altra leggenda, una notte, all’interno del palazzo, un apprendista stregone provò ad evocare Satana in persona.
Il Signore degli Inferi, che evidentemente aveva altri programmi per la serata, fu infastidito da quell’invocazione e decise di punire chi lo aveva disturbato.
Fece così comparire il portone magico, imprigionando dietro di esso il povero stregone, che non riuscì a uscire… mai più.
Gli Occhi del Diavolo che scrutano dal sottosuolo
Si dice che il diavolo si nasconde nei dettagli e, in effetti, la prossima fermata del nostro tour oscuro è dedicata a un particolare piuttosto piccolo, ma non per questo meno inquietante.
In via Lascaris, all’angolo con Via San Francesco d’Assisi, sorge un palazzo che pare sia stato sede di una Loggia Massonica.
Lungo il perimetro esterno dell’edifico, proprio sul marciapiede, si trovano delle strane fessure di forma allungata, che ricordano occhi dallo sguardo nerissimo.
Una spiegazione razionale per questa bizzarria ci sarebbe: le aperture potrebbero esser state progettate per dare luce e aria agli ambienti sotterranei del palazzo.
Eppure, la forma delle fessure appare davvero insolita e stravagante.
Non a caso, passeggiando nei dintorni, a molte e molti capita di sentirsi osservati da uno sguardo particolarmente… penetrante.
Il Museo Egizio di Torino e la magia millenaria dei suoi reperti
Il Museo Egizio è uno dei tesori più preziosi di Torino: è considerato il secondo più importante al mondo, dopo quello del Cairo.
Si è conquistato questo titolo grazie alla quantità e al valore dei reperti che custodisce, un vero spettacolo di archeologia per tutti i visitatori e le visitatrici.
Che cosa c’entra con Torino e la magia nera?
Innanzitutto, i geroglifici iscritti sui papiri e incisi su statue e sarcofagi conservano segreti millenari piuttosto inquietanti, legati a rituali esoterici e all’aldilà.
Come se non bastasse, il museo ospita più di venti mummie umane, alcune così ben conservate da far pensare che… possano tornare in vita da un momento all’altro.
Insomma, il Museo Egizio è un luogo straordinario, che bisogna assolutamente visitare, ma quante persone sarebbero disposte a rimanere chiuse da sole nell’edificio per un’intera notte?

Foto di Gianni Careddu | CC BY-SA 4.0 | Fonte: Wikimedia Commons
Piazza Castello: dall’ombra alla luce
Piazza Castello è il salotto buono di Torino: nel cuore del centro storico, accoglie gli edifici più monumentali che raccontano il passato della città.
Su un lato della piazza, in particolare, sorge Palazzo Reale, che per qualche secolo fu residenza dei sovrani della dinastia Savoia.
La reggia si trova dietro un’imponente cancellata, con le statue di due giovani a cavallo: Castore e Polluce, cioè i Dioscuri, figli di Zeus.
Lo spazio vuoto tra queste due figure rappresenta un ennesimo luogo carico di energia.
Esperte ed esperti di esoterismo, infatti, collocano in questo punto la linea di confine tra l’area della magia nera e l’area della magia bianca.
Sarà vero che gli opposti si attraggono?
A giudicare dallo spettacolo di luci e ombre che Torino offre, sembra proprio di sì!
TORINO E LA MAGIA BIANCA: VERSO UN NUOVO VIAGGIO
Da Piazza Castello e dalle statue dei Dioscuri può partire un altro viaggio, alla scoperta dei luoghi della città segnati da incantesimi più luminosi.
Ma varcheremo questa soglia con un altro articolo, interamente dedicato ai legami tra Torino e la magia bianca.
Continua a seguire questo blog per non perderti un nuovo, magico tour torinese!